Annual report

Rapporto annuale 2019

08/07/2019

È uscita la X edizione del suo Rapporto Annuale "Cina. Scenari prospettive per le imprese”, il rapporto previsionale che raccoglie ricerche, analisi di rischio e previsioni nel breve-medio periodo sulla Cina. Il Rapporto è elaborato dal CeSIF, il Centro Studi per l’Impresa della Fondazione Italia Cina, con il coordinamento scientifico del Direttore Filippo Fasulo.   

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UNO SGUARDO AL 2018_ Nel 2018 si sono consolidate alcune linee di tendenza emerse nel corso degli ultimi anni. In primo luogo, il rallentamento economico è diventato strutturale. Il tasso della crescita del Pil cinese si riduce ogni anno di qualche decimale di punto, pur restando su valori ampiamente sopra il 6%. Si tratta di una dinamica prevista e che si ripeterà nei prossimi anni, caratterizzati dal tentativo di ridefinire il modello di crescita cinese lungo alcune direttrici: a) equilibrio tra indebitamento e misure di stimolo, b) esigenze di tutela ambientale, c) riqualificazione del tessuto industriale e d) rafforzamento dei consumi. Il contesto di riferimento, dunque, continua a essere quello del New Normal, ovvero il riconoscimento che la Cina si trova in una nuova fase della propria economia – caratterizzata soprattutto da un tasso di crescita più lento – e che il Paese sta affrontando una profonda transizione, che lo porterà ad essere un’economia avanzata e basata in particolare su consumi, servizi e innovazione. Elemento cardine → La qualità deve sostituire la quantità.

Una seconda linea di tendenza ruota intorno alla sempre maggiore importanza dei consumi, al fine di sostenere la crescita economica del Paese in futuro, ed è per questo che sono sempre più incentivati. L’inaugurazione della China International Import Expo a Shanghai, nel mese di novembre, ha certificato la volontà di Pechino di modificare almeno in parte l’archetipo della Cina come “fabbrica del mondo”. La fiera, gratificata dalla presenza di Xi Jinping, rappresenta l’inversione di questo paradigma, a favore della domanda di prodotti di qualità da parte dei consumatori cinesi.
Un terzo aspetto caratterizzante dell’anno passato è stato il ruolo politico di Xi Jinping che è sì riuscito, a cavallo tra il 2017 e il 2018, a inserire nello Statuto del Partito un “contributo ideologico” con il suo nome e a modificare la Costituzione per permettergli di restare in carica per oltre dieci anni ma, perché ciò avvenisse, è stato necessario modificare il calendario politico che si era definito come prassi nei decenni precedenti. Segno di forza o di debolezza?

Infine, le tensioni commerciali e, di conseguenza, l’esposizione esterna della Cina, che hanno raggiunto l’apice nella seconda metà dell’anno. Dopo averli preannunciati durante la campagna elettorale, il Presidente Trump ha applicato dei dazi sulle importazioni dalla Cina per riequilibrare la bilancia commerciale, ma avendo in mente il contenimento dell’avanzamento tecnologico. In considerazione di ciò, è peggiorata la percezione all’estero della Cina che, in pieno contrasto con gli Stati Uniti, è stata identificata come rivale sistemico anche dall’Unione Europea. Se, grazie al suo discorso sulla globalizzazione tenuto a Davos nel 2017, il Presidente Xi Jinping è stato visto quasi come nuovo leader globale, a distanza di due anni la Cina ha iniziato ad essere percepita sempre più come un attore in competizione. Questa dinamica ha un effetto negativo di breve periodo sull’avanzamento della Belt and Road Initiative che sta incontrando sempre più scetticismo, perché interpretata da ampie parti della comunità internazionale unicamente come strumento della crescita cinese. Il contrasto, quindi, apre una lunga fase di confronto fra Cina e Stati Uniti sulla leadership economica globale, che porterà alla revisione dei pesi relativi delle maggiori economie mondiali.

PREVISIONI DI GRADUALE CRESCITA PER IL 2019_ È lecito aspettarsi che nel 2019 il tasso di crescita del Pil possa rientrare nel target deciso dal Governo che, in riduzione rispetto agli scorsi anni, è stato fissato in una forbice fra il 6% e il 6,5%. Tuttavia, tale crescita potrà poi variare considerevolmente tra settori e sub-settori, non solo alla luce delle cosiddette “due velocità” che caratterizzano diversi settori e aree, ma anche in considerazione degli imprevedibili effetti distorsivi della guerra commerciale. La ridefinizione delle relazioni commerciali e l’inquadramento degli spazi per la tecnologia cinese in questo ambito sono la principale novità di un quadro nel quale le sfide che il Governo dovrà affrontare sono sostanzialmente immutate. Tra queste si segnalano la sovraccapacità in alcuni settori e un ambiente economico che deve bilanciare i costi nel breve periodo delle riforme messe in atto dal Governo, le quali invece mostreranno successi solo nel lungo periodo.

I costi continueranno a crescere, evidenziando la necessità di accelerare le riforme, e nei prossimi cinque anni ci aspettiamo una crescita stabile intorno al 6%, che trainerà reddito pro capite e consumi. È possibile, dunque, attendersi una maggiore insistenza sul ruolo dell’innovazione e della crescita del valore aggiunto nella produzione, in linea con la necessità di ammodernare il proprio apparato produttivo e con la richiesta di maggiore qualità da parte dei consumatori, sia per i prodotti sia per i servizi offerti. Gli investimenti stranieri sono incoraggiati con la riforma del quadro normativo, ma saranno fortemente condizionati dal contesto di generale conflittualità dovuta alla guerra commerciale e tecnologica. Inevitabilmente le dispute commerciali con gli Stati Uniti, con particolare riferimento al deficit americano e al confronto sul primato tecnologico del futuro, saranno il tema centrale di tutto il 2019 e condizioneranno le relazioni politiche ed economiche della Cina con il resto del mondo.

Sulla base di queste riflessioni, l’ambiente operativo in cui si troveranno le imprese multinazionali sarà in continuo cambiamento, in considerazione delle riforme annunciate e messe in atto, e dell’evoluzione del contesto internazionale. Tuttavia, sarà possibile fare previsioni a lunga scadenza, seguendo le tendenze di lungo periodo delineate in precedenza. In aggiunta, bisognerà tenere presente l’aumento dei costi, la scarsità di risorse umane e il protezionismo, che rappresenteranno una sfida per la redditività delle imprese straniere. Per queste ragioni, la localizzazione del proprio investimento in Cina continuerà ad essere significativa, perché la crescita economica varierà anche a seconda dei settori e delle aree geografiche, e questo comporterà nuove sfide per le imprese a partecipazione estera che richiedono una conoscenza approfondita del contesto, anche su base locale.

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