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05/06/2017

Foundation

Fang Zhaolin in mostra al Museo della Permanente di Milano

Il Museo della Permanente di Milano, in collaborazione con il Museo Xuyuan di Pechino, ospita dal 15 giugno al 10 settembre la prima grande retrospettiva italiana dedicata all’artista cinese Fang Zhaolin, nata a Wuxi nella provincia dello Jiangsu nel 1914 e scomparsa a Hong Kong nel 2006 all’età di 93 anni. L'iniziativa è realizzata in collaborazione con la Fondazione Italia Cina.  

La mostra Fang Zhaolin. Signora del Celeste Impero, patrocinata dal Comune di Milano, curata da Daniel Sluse (direttore della Académie Royale des Beaux Arts di Liegi) con la collaborazione di Jean Toschi Marazzani Visconti, ripercorre attraverso 66 opere - alcune di grandi dimensioni e tutte realizzate su carta di riso con pennello intinto in inchiostro nero o in pigmenti colorati - l’intero percorso pittorico di Fang Zhaolin, erede della tradizione artistica cinese, ma capace di creare uno stile che rispecchia lo spirito moderno del suo tempo. 

Figlia dell’industriale Fang Shouyi, assassinato nel 1925 quando lei aveva solo undici anni, sposatasi con Fang Xingao dal quale avrà otto figli, rimasta vedova a soli trentasei anni, Fang Zhaolin riesce ugualmente a studiare e dipingere malgrado debba continuare a gestire la società del marito per poter mantenere i figli e ottemperare ai numerosi e pesanti impegni familiari.

Fang Zhaolin, personalità forte e intellettualmente libera, considerata oggi una delle figure prominenti della pittura cinese del XX secolo, è stata capace con la sua pittura di creare un ponte tra l’arte cinese e l’arte occidentale, perseguendo la ricerca di un linguaggio artistico che fosse radicato nella tradizione cinese ma che, al tempo stesso, si spingesse al di là di essa. Fang Zhaolin realizzò una costante trasposizione e fusione degli elementi visivi dell’arte tradizionale cinese e dell’arte modernista occidentale.
Discepola dei maggiori maestri cinesi, Fang Zhaolin ha la possibilità di viaggiare per diversi anni in Asia, Europa e Stati Uniti, e si dimostrerà una “Viaggiatrice instancabile, alla perpetua ricerca delle proprie radici, essa incontrerà l’arte moderna, che la porterà a una maggiore comprensione della propria cultura” come ricorda Daniel Sluse nel suo testo in catalogo.

Fang Zhaolin approfondisce la conoscenza della storia occidentale, del classicismo, del pre e post impressionismo, del fauvismo, del cubismo e dell’espressionismo astratto. Ciononostante, è sulla Cina che verte tutta la sua opera. Una Cina dai paesaggi grandiosi, popolata da una vita intensa che anima la sua memoria e scaturisce dai suoi pennelli.
Ancora Daniel Sluse: “Fang Zhaolin s’inoltrava nel paesaggio, passeggiava fra le montagne che voleva rappresentare, sentiva profondamente i luoghi prima di stenderli sulla carta, ne esplorava i misteri, che erano una delle sorgenti della sua ispirazione, rafforzando così il suo carattere combattivo e l’impatto della sua esperienza”.
Fang Zhaolin integra nella sua opera elementi visivi e tecniche artistiche del modernismo occidentale (Pollock, Kline, Kandinsky, Cezanne...) alla pittura paesaggistica cinese, introducendo significative novità nell’uso del pennello, della composizione e del colore. Ma l’innovazione di Fang Zhaolin non é solo nella scelta di colori contrastanti, nelle figure geometriche astratte o nelle superfici piatte, ma anche nella capacità di creare un ritmo musicale attraverso pennellate libere, incisive, poetiche, in costante alternanza fra inchiostri leggeri e spessi: la straordinaria e personalissima capacità di integrare la calligrafia cinese tradizionale nella pittura costituisce l’elemento cruciale della cinesità dei dipinti di Fang Zhaolin.
La calligrafia e la pittura hanno la stessa origine, non solo perché ambedue impiegano gli stessi mezzi di espressione, pennello, inchiostro, carta e pietra d’inchiostro, ma anche per il comune impiego di pennello, inchiostro e linee che costituiscono il nucleo della creazione calligrafica e pittorica. Uno stile calligrafico unico che, da netto e deciso, si trasforma dal 1960 in una evoluzione ispirata all’asprezza e al primitivismo, caratterizzato da linee imprevedibili, leggere e pesanti, bagnate e asciutte. L’intreccio armonico di calligrafia e pittura è stato per Fang Zhaolin lo strumento principale per esplorare l’essenza della tradizione cinese, mostrare la propria espressione artistica, esprimere le proprie emozioni.

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