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11/04/2017

Fondazione

FORUM Storie di Successo italiane in Cina: VIII edizione al Kilometro Rosso

Si è tenuto l'11 aprile al “Centro delle Professioni” Kilometro Rosso di Bergamo il Forum Storie di Successo Italiane in Cina. L’appuntamento, giunto alla sua ottava edizione, è nato quest’anno sulla scorta della pubblicazione del numero 157 della rivista Mondo Cinese (edita dalla Fondazione Italia Cina e da Brioschi Editore), che ha raccolto le esperienze di 11 eccellenze italiane nel mercato cinese. 
L’incontro, come i precedenti, nasce dalla volontà di fornire un’informazione quanto più possibile completa sulle conseguenze del fenomeno economico cinese per l’Italia, segnalare le opportunità che derivano dalla crescita nel Paese asiatico e conferire visibilità ai casi di successo delle nostre imprese in Cina. 

Sette le aziende che al Kilometro Rosso hanno raccontato la loro storia, tra le 11 selezionate per il numero di Mondo Cinese dal titolo omonimo: Brembo, Bracco, Danieli China, Eldor Corporation, Nordmeccanica, Tesmec, Vibram (nella rivista insieme a Giacomini, iGuzzini, BravoSolution e Zonin 1821). L’evento è anche un’occasione per sottolineare l’importanza di condividere strategie vincenti ed esperienze di business oltre che per accrescere la consapevolezza di come affrontare la sfida del mercato cinese, che continua a rinnovarsi ed evolvere nel tempo. 
Per queste ragioni, in questi anni, la Fondazione ha organizzato sette edizioni del forum “Storie di successo italiane in Cina”, in cui 44 presidenti o amministratori delegati di società hanno condiviso davanti a centinaia di altre imprese le proprie strategie e le proprie esperienze in Cina. Tanti gli spunti che hanno dato vita al dibattito: il valore dell’“italianità”, il tema della tutela della proprietà intellettuale, la concorrenza locale, le relazioni governative e le azioni di responsabilità sociale d’impresa, l’importanza della ricerca e sviluppo, il tema fondamentale delle risorse umane. Al di là di alcuni punti in comune, ogni storia di successo qui presentata è un caso unico, e tale unicità rappresenta un valore aggiunto, perché da ogni caso è possibile raccogliere caratteristiche specifiche e valori che possono rappresentare esempi e ispirazioni da cogliere per portare al successo altre realtà in Cina.    

“Per un’azienda italiana, anche per un’azienda grande, negoziare con un partner cinese significa quasi invariabilmente trovarsi in condizioni di inferiorità – ha affermato Renzo Cavalieri, Coordinatore del Comitato Scientifico di Mondo Cinese, Università di Venezia Ca’ Foscari, aprendo i lavori –. Tale asimmetria dipende da un complesso di motivazioni – dimensionali, ma anche cronologiche, psicologiche e sistemiche –, e determina per la maggior parte delle nostre imprese uno stato di difficoltà strutturale e perdurante nel fare affari con la Cina. Vi sono tuttavia anche diverse aziende che riescono a superare questa condizione e ad avere successo, talvolta un grande successo. Si tratta di storie di imprese molto diverse tra loro quanto a tipologia e dimensioni, ma nella loro ricetta c’è sempre un ingrediente comune: l’impegno. La Cina infatti premia solo chi sappia dedicarle risorse – umane, tecnologiche, finanziarie e temporali – adeguate. In quel Paese le tattiche “mordi e fuggi”, tanto attraenti per molti imprenditori nostrani, sono sempre destinate al fallimento”.

BREMBO

Brembo, grazie alla presenza in Cina dal 1999, anno in cui sono iniziate le prime trattative per la costituzione di una JV produttiva, ha potuto realmente attraversare i mutamenti di questo enorme mercato – ha dichiarato Umberto Simonelli, General Counsel Brembo – “vivendo la storia”, comprendendo le dinamiche di ben 4 piani quinquennali e conoscendo almeno tre diversi approcci politici derivanti dal cambiamento della classe dirigente. In tale contesto, dopo un avvio dedicato a comprendere il “mondo cinese” ed i suoi meccanismi (1999-2007), requisito indispensabile per il successo, Brembo ha oggi un team in Cina di più di 1200 persone con 4 insediamenti industriali ed oltre 200 milioni di euro di fatturato al 31 dicembre 2016. Tali risultati consentiranno a Brembo di consolidare la propria leadership in Cina come il più innovativo e sfidante produttore di sistemi frenanti”.

Brembo è un’azienda leader nel settore dei sistemi frenanti, conosciuta in tutto il mondo grazie anche alla quarantennale presenza nelle competizioni motoristiche. L’esperienza in Cina comincia nel 1999, quando la società decide di avviare la produzione nel paese per il mercato cinese stesso, garantendo l’alta qualità dei prodotti e assicurandosi il riconoscimento netto del mercato. I successivi sviluppi decisionali hanno permesso al gruppo di operare con quattro diverse società locali e, recentemente, di finalizzare l’acquisizione del 66% del capitale sociale di ASIMCO Meilian Braking Systems.

BRACCO IMAGING

Quella di Bracco in Cina è una storia di successo, iniziata alla fine degli anni Ottanta e che continuerà ancora a lungo”, afferma Fulvio Renoldi Bracco, Head of the Business Unit Imaging, Bracco Imaging. “Alla fine dell’anno scorso abbiamo infatti rinnovato la joint-venture tra Bracco Imaging e Sine Pharmaceuticals fino al 2037, consolidando ulteriormente la nostra presenza in una delle aree geografiche più strategiche per lo sviluppo del nostro Gruppo. La joint-venture era nata nel 2001, e da allora è cresciuta rapidamente anche grazie ai forti investimenti che abbiamo fatto nel sito produttivo situato a Pudong (Shanghai), dove sono impiegate le più avanzate tecnologie italiane per la produzione di mezzi di contrasto per la diagnostica per immagini.  La Cina, che per noi è il secondo mercato dopo gli Stati Uniti” conclude Fulvio Renoldi Bracco, “sta attraversando un importante processo di trasformazione guidato dall’attuale riforma del sistema sanitario e per un’azienda italiana è un vero onore poter dare il proprio contributo”. 

Bracco è un gruppo multinazionale fondato nel 1927, che opera nel settore della salute attraverso il CDI – Centro diagnostico italiano (servizi per la salute), ACIST Medical Systems (dispositivi medici e sistemi avanzati di somministrazione di mezzi di contrasto per cardiologia) e Bracco Imaging (diagnostica per immagini). Con un fatturato consolidato di 1,3 miliardi di euro nel 2015 e un’organizzazione di 3.400 persone, il gruppo vanta una posizione di leadership su scala mondiale nel settore della diagnostica per immagini attraverso un’offerta integrata di mezzi di contrasto, software e dispositivi medici avanzati per le principali modalità diagnostiche. Tra di essi ci sono: raggi x/tomografia computerizzata, risonanza magnetica, ultrasuoni e medicina nucleare. Le attività produttive sono localizzate in Italia, Germania, Nord America, Cina e Giappone, mentre il network dei centri di Ricerca e Sviluppo si trova in Italia, Svizzera e Nord America. La società opera in oltre cento mercati nel mondo, sia direttamente che indirettamente, ed è presente in Cina con la joint-venture Bracco-Sine, a maggioranza italiana, nata nel 2001 e recentemente rinnovata fino al 2037 che conta oggi 300 dipendenti.

DANIELI & C. OFFICINE MECCANICHE

Nonostante le oscillazioni del mercato globale, siamo soddisfatti dei risultati raggiunti dal nostro design and manufacturing center, che si è conquistato una solida reputazione nel mercato di riferimento” ha dichiarato Anna Mareschi Danieli, Director Financing & Contracting Danieli & C. Officine Meccaniche. “Questa soddisfazione ci serve da stimolo per migliorare ulteriormente sia la qualità del prodotto che le attività di “Service” pre- e post-vendita per i clienti cinesi”. 

Danieli è arrivata in Cina tra la fine degli anni Settanta e l’inizio degli anni Ottanta, con un solidissimo bagaglio di oltre 60 anni di esperienza nazionale e internazionale e la riconosciuta fama di leader mondiale nel settore siderurgico dei prodotti lunghi. Dal primo passo – un ufficio di rappresentanza – a oggi, Danieli ha creato una struttura in grado di lavorare su tutta la filiera produttiva grazie a uffici tecnici e commerciali così come impianti produttivi per tutti i prodotti, dalla miniera alle linee di processo per lunghi e piani, in tutto il territorio cinese.

ELDOR CORPORATION

La storia di Eldor inizia nel 1972, quando Pasquale Forte, attuale President & Ceo dell’azienda multinazionale, fonda in un garage di Orsenigo (Como) una piccola impresa che si occupa della costruzione di componenti per radio e televisioni, specializzandosi nella produzione di componenti avvolti, i trasformatori di alta tensione. Già negli anni Settanta viene aperta una divisione di Robotica per lo sviluppo interno delle linee di produzione. Questa scelta consente di rafforzare il gruppo e di aprirsi a collaborazioni internazionali: tra le tante, di rilievo sono quelle con Loewe, Mivar, Philips, Grunding, Sony, Nokia e Toshiba. Nel 1997 Pasquale Forte – per far fronte al salto tecnologico che sta per coinvolgere il business dei televisori tradizionali – decide di differenziare il business, investendo in un settore ben diverso, quello automotive. Nel 2002 Eldor effettua un completo turn around: lascia il settore storico dei componenti avvolti, di cui era leader mondiale, e si dedica totalmente all’automotive, che diventerà il core business di Eldor.
L’azienda comasca è oggi diventata punto di riferimento mondiale nel settore automotive, raggiungendo numeri importanti: un fatturato di più di 270 milioni di euro, 2300 collaboratori distribuiti in tutto il mondo, quattro centri di ricerca e sviluppo presenti in Italia, cinque stabilimenti produttivi (Italia, Turchia, Brasile, Cina e, entro il 2017, Stati Uniti) e altri quattro centri tecnico-commerciali (Stati Uniti,Cina, Germania e Giappone). All’avanguardia in ricerca, sviluppo e produzione di sistemi di accensione, centraline elettroniche, attuatori ABS e sistemi completi per veicoli ibridi ed elettrici, Eldor negli anni ha consolidato una strategia di internazionalizzazione molto forte, decidendo di investire e di espandersi in paesi strategici per il settore automotive. Tra questi, fin dalla metà degli anni Duemila, ha assunto un ruolo di rilievo la Cina, grazie a cui Eldor ha rafforzato il proprio ruolo di azienda italiana globale.

NORDMECCANICA

"La nostra presenza in Cina è per noi una storia vincente", spiega Alfredo Cerciello, presidente di Nordmeccanica China. "Non è stato facile entrare in questo mercato, abbiamo dovuto superare lo scoglio della lingua e adattarci alla velocità di un paese che corre a velocità per noi inimmaginabili: ma ci siamo riusciti. Nordmeccanica è presente in questo paese dal 2006 e con uno stabilimento a Shanghai dal 2009, ampliato nel 2012 per far fronte alle esigenze sempre crescenti del mercato. Il nostro fatturato in Cina è passato dai 5 milioni di euro del 2012 agli oltre 15 milioni di euro previsti per il 2017, con più di 200 macchine già vendute. Nordmeccanica in Cina copre oggi il 65% del market share del settore, ma prevediamo un incremento delle vendite di circa il 20-25% nei prossimi 10 anni”.

Nordmeccanica è produttore mondiale di macchine per l’imballaggio. Dopo una preoccupante crisi alla fine degli anni Novanta, l’azienda ha deciso di affacciarsi anche sul mercato cinese cominciando inizialmente con un ufficio di rappresentanza a Shanghai.
Successivamente, alla luce di fruttuosi viaggi e incontri sul territorio cinese, Nordmeccanica ha scelto di essere presente in maniera più massiccia, con una struttura tecnica. La scelta operata è stata senz’altro premiante infatti, nel giro di pochi anni, la società ha guadagnato significative quote di mercato, sbaragliando la concorrenza locale con prodotti italiani e arrivando a soddisfare il 65-70% del mercato cinese.

TESMEC

Il successo dell’attività di Tesmec in Cina – ha spiegato Paolo Celeri, Business Development Director Tesmec – è testimoniato dal riconoscimento ricevuto dal gruppo Huawei, che ha scelto Tesmec come partner tecnologico a livello globale in occasione dell’Ultra-Broadband Forum 2015 di Madrid, organizzato dal colosso cinese con l’obiettivo di esplorare le nuove frontiere dell’industria della banda larga che stanno portando a rapidi sviluppi collegati alla tecnologia ultra-broadband. Oggi Tesmec ha in Cina un parco macchine che supera le 500 unità, dislocato in 29 delle 30 province cinesi su una trentina di prime client e una serie di clienti secondari che operano nelle linee di secondo livello. La clientela è variegata e diffusa nel territorio: siamo conosciuti in tutti gli angoli della Cina per questa tipologia di macchine”. 

Il gruppo Tesmec, guidato da Ambrogio Caccia Dominioni, può contare oggi su circa 600 dipendenti e dispone di sei siti produttivi, di cui quattro in Italia (Grassobbio, Endine Gaiano, Sirone e Monopoli), dove rimane il cuore produttivo del gruppo, e due all’estero, ad Alvarado in Texas e a Durtal in Francia. Tesmec è presente commercialmente a livello globale e può contare su una presenza diretta nei diversi continenti, grazie a società, joint venture e uffici commerciali in USA, Cina, Sud Africa, Russia, Francia, Qatar. I primi approcci di Tesmec con il paese asiatico nei primi anni Ottanta hanno portato nel 2008 alla creazione di un ufficio di rappresentanza a Pechino. Nel settembre 2014 è nata Tesmec New Technology (Beijing) Ltd., un’impresa interamente controllata con l’obiettivo di facilitare l’espansione di Tesmec in Cina attraverso la promozione, la vendita e l’assistenza di tutte le linee di prodotto e soluzioni integrate del gruppo. Concepita come un ponte a doppio senso.
Negli ultimi anni, il Gruppo Tesmec ha applicato con successo le tecnologie e i prodotti Tesmec in diversi progetti di punta nazionali: la costruzione di linee ad ultra-alto voltaggio, comprese linee 1000 kV AC e linee 800 kV DC, l’installazione della catenaria per linee ferroviarie ad alta velocità e la costruzione di gasdotti e oleodotti. Inoltre Tesmec ha instaurato positive relazioni di cooperazione con importanti gruppi cinesi leader a livello globale nei rispettivi settori, tra i quali SGCC State Grid Corporation of China, CSG China Southern Power Grid Company, CRCC China Railway Construction Corporation, CREC China Railway Engineering Corporation, CNPC China National Petroleum Corporation, CCCC China Communications Construction Company, e filiali di spicco come CHEC China Harbor Engineering Company, Sinohydro. 

VIBRAM

“Vibram rappresenta Qualità, Innovazione e Performance nella produzione di suole di alta performance - ha spiegato Marco Guazzoni, Global R&D Director Vibram -. La visione lungimirante della proprietà e del management ci ha portati in Cina negli anni ‘90, non per produzioni a basso costo, ma per creare un centro ad alto valore aggiunto. Fornire tutti i servizi cruciali di sviluppo prodotto, design, prove materiali, prototipia, industrializzazione, integrando le culture Asiatica, Americana e Italiana nel ‘Made in Vibram’, in un ambiente stimolante e creativo come il Vibram Tachnological Center in Cina, rappresenta l’intento strategico di essere vicini al produttore di calzature permettendo ai nostri partner di soddisfare al meglio il consumatore finale”.

Val Bregaglia (Sondrio), 18 settembre 1935. Una cordata di diciannove alpinisti viene sorpresa dal maltempo mentre tenta la scalata di Punta Ràsica, 3305 metri e un crinale che ricorda il profilo di una sega da falegname. Il freddo e le raffiche di vento, ma soprattutto le calzature scivolose e poco impermeabili, impediscono agli scalatori di procedere e li costringono a restare bloccati su una parete di roccia, senza poter salire né scendere, al gelo per ore. Un’esperienza conclusasi tragicamente per sei di loro, che persero la vita per assideramento. Tra i partecipanti alla spedizione c’era anche Vitale Bramani, membro e accademico del Club Alpino Italiano, uscito sano e salvo da quella difficile prova, ma con la ferma volontà di far sì che mai più si ripetessero tragedie simili a quella che aveva personalmente vissuto. Fu così che decise di dedicarsi all’ideazione e allo sviluppo di una nuova suola di gomma che potesse garantire aderenza, impermeabilità e resistenza all’abrasione, sui terreni asciutti così come su quelli bagnati.

Se esiste un paese che sta fortemente investendo oggi nell’Economia della Conoscenza, questo è sicuramente la Cina – ha affermato chiudendo i lavori del Forum Sergio Cavalieri, Prorettore Centro di trasferimento tecnologico Italia-Cina (CITTC), Università degli Studi di Bergamo –. Le azioni programmatiche che la Cina sta mettendo in campo – come il piano Made in China 2025 e l’infrastruttura di OBOR - vanno chiaramente in questa direzione. Dobbiamo definitivamente uscire dal luogo comune, magari valido 10 anni fa, di considerare la Cina come una opportunità per le aziende occidentali dove delocalizzare i propri impianti e produrre beni a basso valore aggiunto.  Non è più così: visti gli investimenti faraonici in innovazione e capitale umano, la Cina si candida a pieno titolo a diventare leader incontrastato nei settori high-tech. È fondamentale che l’Europa – e l’Italia in particolare – siano pronte a collaborare in maniera fruttuosa e consapevole con i cinesi mettendo a sistema le proprie strutture. La mission del China-Italy Technology Transfer Center – con le sue due sedi di Bergamo, presso i locali dell’Università degli Studi di Bergamo al Km Rosso, e di Napoli, a Città della Scienza - è proprio quella di creare le condizioni favorevoli alla creazione di partenariati tecnologici e commerciali tra i due paesi attraverso attività mirate di scouting e coaching, con un occhio di riguardo verso le PMI, il cuore pulsante del nostro tessuto sociale e industriale.”

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